Crisi d'Impresa

20/05/2023

Codice della Crisi d'Impresa

Assetti organizzativi: il monitoraggio delle posizioni bancarie e la gestione del debito.

17/10/2022

Codice della Crisi d'Impresa

Analisi e Servizi specializzati di R.i.ba pubblicati dall'Associazione Studi Bancari. 

26/07/2022

1 - 4 settembre 2022 / Trento

R.i.ba è presente alla 5ª Convention Nazionale del Network dedicata ai Consulenti Aziendali d'Italia. 

20/07/2022

La conoscenza è necessaria per la giusta consulenza.

Conti corrente e operatività aziendale.

La paura del ns. cliente è che vengano bloccati i conti e quindi la operatività aziendale.

Tecnicamente si tratta di pignoramento presso terzi.

La agenzia della riscossione agisce con un titolo esecutivo presso la banca della PMI per bloccare i depositi sino all’importo del credito.

E ne blocca la operatività, ovviamente.

Anche il codice della crisi di impresa come integrato dal d.lvo 83 del 17.6.2022 prevede obblighi precisi.

All’art. 25 novies la Agenzia delle Entrate per iva non riscossa sopra i 5000 euro e la agenzia della riscossione per crediti scaduti, accertati in via definitiva e non pagati per importi a scaglioni, debbono inviare una lettera di avvertimento con invito a proporre la composizione negoziata della crisi rivolto all’imprenditore.

Ebbene.

Noi consulenti dobbiamo sapere che il conto corrente affidato NON è pignorabile se è in rosso ed il cliente può tranquillamente continuare al suo utilizzo.

Cass. 36066 del 2021.

“Nel rapporto cui dà luogo l’apertura di credito bancario (conto corrente c.d. “affidato”), in cui la banca si impegna a tenere a disposizione del correntista una determinata somma, che però il correntista è obbligato a restituire (sia pure potendola utilizzare in più volte e potendo ripristinare l’originaria disponibilità), quest’ultimo non può ritenersi titolare, prima che abbia utilizzato la provvista, di un bene assoggettabile ad espropriazione nelle forme del pignoramento presso terzi, perché si tratta di un rapporto negoziale in cui è la banca a concedere credito e quindi la posizione del correntista è quella di debitore, non di creditore della banca.”

Ovviamente e diverso è l’atteggiamento che la banca potrebbe assumere.

Ma è bene che noi sappiamo di questa realtà giuridica.

07/07/2022

Comunicato stampa del 1.7.2022 della Agenzia delle Entrate relativo ad avvisi che presto arriveranno a tantissime aziende.

Il contenuto è ben chiaro.

Qualora vi sia uno scaduto per IVA che superi  euro 5.000 l’Agenzia delle Entrate dovrà  obbligatoriamente allertare la impresa ed i suoi organi di controllo affinché provvedano a sanare la insolvenza, indice  di crisi, mediante  al ricorso alla composizione negoziata della crisi.

Il  Suo commercialista Le ha detto che esiste questa grande novità introdotta dal Codice della Crisi di Impresa che, a pieno regime, sarà in vigore dal  15.7.2022?

Lo spirito di detto Codice è quello di cercare di aiutare l’impresa che abbia sentore di crisi mediante una procedura che, attraverso una fase di trattativa negoziale sotto la supervisione di un esperto (nominato dalla competente Camera di Commercio)  possa consentire il superamento della crisi.

Nessun intervento del Giudice in questa fase: solo creditori e debitori.

Ebbene.

La nostra esperienza ci insegna che chi non paga 5000 euro al fisco per iva (che è una partita di giro…) ha certamente anche un debito bancario "pesante".

Debito che può essere messo in discussione davanti all'esperto in sede di composizione negoziata della crisi, come per il fisco.

La R.I.BA. SRL, ormai da anni, opera proprio nel settore della revisione del debito bancario, effettuando analisi dello stesso e redigendo perizie.
Lo strumento econometrico utile  anche in sede di composizione negoziata della crisi di impresa ha già consentito in molti contenziosi di recuperare/risparmiare ingenti somme. 

Alla composizione negoziata della crisi - dice espressamente il Codice della Crisi di Impresa - la banca deve partecipare secondo buona fede, in modo attivo ed informato.

Insomma sono finiti i tempi quando si pietiva comprensione da parte del Direttore di banca o di quando la banca rifiutava altezzosamente ogni tipo di proposta, anche in modo immotivato.

Ora deve rispondere dei danni per legge se non motiva il rifiuto alle proposte ragionate.

Si tratta di una vera svolta epocale.

Dal prossimo 15 luglio 2022 entrerà definitivamente in vigore nella sua interezza la riforma della Crisi d’impresa così come modificata dal Consiglio dei Ministri il 17 marzo, che dà attuazione alla direttiva (Ue) 2019/1023.

Dopo la delega conferita con la legge 155/2017, la commissione Rordorf aveva consegnato il testo integrale della riforma nel gennaio del 2019. Il 16 marzo 2019 entrarono in vigore soltanto gli articoli della parte seconda cioè, sostanzialmente, la parte che disponeva modifiche al Codice civile. In particolare, l’articolo 375, al punto due, introdusse l’articolo 2086, secondo comma: «L’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale». Il successivo articolo 377 introdusse una serie di modifiche con le quali si prescriveva l’obbligo per gli amministratori, nell’esercizio della loro funzione gestoria dell’azienda, di rispettare in maniera sistematica il disposto dell’articolo 20S8ta6m, psaecondo comma.

Le conseguenze per gli amministratori che non rispettino le prescrizioni sono assai pesanti. L’articolo 378, infatti, ha introdotto il nuovo articolo 2476, sesto comma, il quale recita: «Gli amministratori rispondono verso i creditori sociali per l’inosservanza degli obblighi inerenti alla conservazione dell’integrità del patrimonio sociale».